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Il mondo dell’intrattenimento, nel corso degli ultimi anni, è stato attraversato da diversi trend importanti. L’arrivo della tecnologia Streaming e il miglioramento della connessione internet ha portato serie tv e film sui dispositivi di tutte le persone, tale cambiamento peró ha investito anche il settore dei videogame che é cambiato notevolemente, a partire dagli esempi piú classici come le slots machine fino ai videogames da Tripla AAA per PC e console che in alcuni casi sono accompagnati da filmati in streaming o sono mostrate direttamente dai giocatori sui canali come Twich.
C’è un trend, però, che è sempre rimasto uguale ed è quello dei giochi tie-in. Di cosa si tratta? Dei videogame realizzati sulla base di serie tv di successo che, una volta trasportati nel mondo videoludico, non hanno raggiunto risultati particolarmente entusiasmanti, giusto per usare un eufemismo.
Eppure, c’è un titolo che sta stravolgendo questo trend. Stiamo facendo riferimento a Star Trek Prodigy Supernova, che pare avere tutte le carte in regola per rompere una vera e propria maledizione.
Il successo di Star Trek Prodigy Supernova
Si tratta di un titolo che può vantare un’ambientazione compresa tra la prima e la seconda parte della prima stagione della ben nota serie animata spinoff per ragazzi Star Trek Prodigy. Si tratta di una serie che fa parte del franchise che è stato realizzato da Gene Roddenberry nel corso dei lontani anni ’60.
Ebbene, Supernova sembra avere proprio tutte le caratteristiche necessarie per ribaltare un preconcetto, di fatto assolutamente corretto e condivisibile. Proviamo a capire le ragioni alla base di un potenziale successone. Merito, senza ombra di dubbio, del fatto di sfruttare una meccanica di gioco che fa della solidità uno dei suoi punti di forza. Non solo, visto che diversi personaggi fantastici hanno senz’altro un merito negli ottimi risultati che sta avendo questo videogioco.
L’aspetto più peculiare, però, e che merita di essere sottolineato, è relativo al fatto che Supernova presenta un arco temporale che potrebbe comprendere anche vari episodi di Prodigy. Quindi, per doverci giocare per apprezzare la serie, ma è chiaro che rappresenta uno stimolo in più.
Un gioco tie-in che si distingue
A tanti appassionati e addetti ai lavori sono ancora rimasti in mente, in maniera del tutto negativa ovviamente, Street Fighter: il film, e I predatori dell’arca perduta, lanciato per Atari 2600, console di cui è stata realizzata pure una nuova versione, denominata Atari Vcs. Supernova, invece, merita un discorso completamente a parte, dal momento che ribalta completamente tutti i pre-concetti che di solito si ritrovano puntualmente nei giochi tie-in.
Partiamo dai motivi per cui probabilmente questo videogame sta avendo un impatto superiore ad altri titoli del medesimo genere: Martin Korda, lo sceneggiatore di Supernova, ha trovato un grandissimo supporto dalla serie tv, visto che ha potuto visionare i copioni di tutti gli episodi di quest’ultima.
Insomma, se da un lato le sceneggiature sono state prese come fonte di ispirazione, va detto che Korda non si è lasciato sfuggire l’opportunità anche di collaborare con Lisa Boyd. Quest’ultima fa parte delle sceneggiatrici del ben noto show. In questo modo, Korda ha potuto modulare la storia del gioco sull’arco narrativo di Prodigy.
E il risultato è stato effettivamente di spessore, anche considerando la grande attenzione che i fan della serie hanno sempre posto ai dettagli. E sono proprio questi ultimi che vengono notati nelle varie trasposizioni videoludiche. L’attenzione verso i dettagli si ritrova in Supernova, anche perché ciascun minimo dettaglio sembra legarsi e funzionare insieme davvero molto bene.
Ottimo lavoro del team di sviluppatori, che ha cercato di prestare attenzione anche a strizzare l’occhio al medesimo pubblico che segue solitamente Star Trek Prodigy. L’obiettivo è stato centrato: il videogame ha all’incirca lo stesso appeal che caratterizza il cartone animato. Ed è questa la ragione per cui ha tutte le potenzialità per accattivarsi sia il pubblico degli adulti che, inevitabilmente, anche quello dei più piccini.
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